La arquitectura fortificada de la Madīna de Vascosanálisis arqueológico de un enclave andalusí

  1. Bru Castro, Miguel Ángel
Dirigida por:
  1. Ricardo Izquierdo Benito Director/a
  2. Sergio Martínez Lillo Codirector/a

Universidad de defensa: Universidad Autónoma de Madrid

Fecha de defensa: 01 de febrero de 2016

Tribunal:
  1. Juan Zozaya Stabel-Hansen Presidente/a
  2. Alberto Canto García Secretario/a
  3. Sauro Gelichi Vocal
  4. Antonio Malpica Cuello Vocal
  5. Luis Caballero Zoreda Vocal

Tipo: Tesis

Resumen

Resumen- riassunto El yacimiento que conocemos como “Ciudad de Vascos”, ha mantenido uno de los registros arquitectónicos y arqueológicos más sobresalientes de al-Andalus, y configura un paradigma en la arquitectura militar, al haber conservado la mayor parte de las estructuras, sin modificaciones posteriores, pues el emplazamiento se abandonará en el siglo XII y no tendrá nuevas ocupaciones, ni tampoco sufrirá expolio generalizado de sus materiales, como si ha sucedido con otras ciudades que se han mantenido ocupadas con posterioridad a la presencia andalusí. A esta peculiaridad se le suman otros interrogantes históricos, como son la falta de identificación por parte de las fuentes coetáneas a la ocupación del emplazamiento, que supone otro de los grandes vacíos en nuestro conocimiento. La historiografía por lo tanto tratará de buscar explicaciones del porqué de este emplazamiento, su supuesto aislamiento, así como la funcionalidad de tan llamativas y cuidadas construcciones. Por ello, desde 1975 se iniciarán una serie de excavaciones que durarán hasta nuestros días y en las cuales el autor participa. El registro arqueológico aunque rico y variado, no ha permitido aclarar aspectos fundamentales de fundación, significado y trascendencia. Por lo tanto, esta tesis pretende a través del análisis de los elementos que configuran las fortificaciones estudiar la evolución del emplazamiento, ya que éstas son el medio a través del que la comunidad y en concreto el ente político dominante se defiende, representando su poder ante la sociedad, y mostrando los avances técnicos del momento. De esta forma estas mutarán según los intereses y necesidades, y por ello el analizar los restos materiales nos permitirá explicar la evolución y ocupación de este llamativo yacimiento. De esta forma expondremos los estudios historiográficos que sobre el emplazamiento se han desarrollado, para posteriormente plantear la propuesta metodológica de trabajo que vamos a utilizar, la Arqueología de la Arquitectura. Pero junto al método a utilizar, explicaremos los procesos de sistematización de tan cuantiosa y variada información, que a través de su relación y análisis, nos permitirá articular unas interpretaciones y unas conclusiones. Entendiendo que estos edificios no son estáticos, sino que evolucionan según los intereses y necesidades de sus habitantes, el estudio de sus vestigios así como las relaciones entre ellos, permitirá diferenciar los procesos que llevaron a su construcción, mutación y abandono. Expondremos de esta forma las fortificaciones en su realidad geográfica, las analizaremos a través de la organización de sus espacios, para posteriormente estudiar esos procesos constructivos, para lo que nos serviremos de las herramientas metodológicas analizadas. Finalmente, tras aplicar esta exposición en el binomio constructivo que forman Alcazaba y Muralla, plantearemos una interpretación arqueológica de los procesos históricos que interpretamos han quedado reflejados en la utilización que hicieron de las murallas sus habitantes. Pero dado que la situación geopolítica del enclave cambiará con la realidad histórica y la evolución en los procesos de ocupación del valle del Tajo, interpretar este elemento político de primer orden, nos llevará a comparar ambas evoluciones históricas y a interpretarlas a partir de los análisis de las defensas, que al fin y al cabo son reflejo político y económico de la sociedad que las creó y mantuvo. Extraer las tipologías y partes específicas del edificio que individualicen criterios constructivos y seriarlos cronológicamente, nos puede permitir en un futuro aplicar estos tipos a otras fortificaciones o edificaciones que han sufrido modificaciones posteriores, sirviendo de referente de la construcción al menos comarcal, de este sector tan prolífico del valle del Tajo. Riassunto Il luogo che conosciamo come "Ciudad de Vascos", corrisponde ad uno dei più importanti siti architettonici e archeologici di al-Andalus. Si tratta di un modello per l’architettura militare dato che ha mantenuto la maggior parte delle strutture senza ulteriori modifiche in quanto, abbandonato nel XII secolo, non viene più rioccupato, né saccheggiati i materiali, come è successo con altre città che sono state occupate dopo la presenza andalusí. A questa peculiarità si aggiungono altre questioni storiche, come la mancanza di tracce negli autori contemporanei all’occupazione del sito, altra importante lacuna della nostra conoscenza. La storiografia quindi cercherà spiegazioni sul perchè di queste sito, del suo presunto isolamento e sulla funzionalità di queste accurate edificazioni. Per questo, a partire dal 1975 inizieranno gli scavi che durano ancora oggi e ai quali partecipa l’autore. Sebbene la documentazione archeologica sia ricca e variata, non ha contribuito a chiarire aspetti fondamentali della fondazione, del senso e del significato del posto. Pertanto, questa tesi si propone, attraverso l'analisi degli elementi che formano le fortificazioni, di studiare l'evoluzione del sito, dato che essi rappresentano il mezzo attraverso il quale la comunità e, in particolare, l'entità politica dominante che rappresenta il potere, si difende, e mostra i progressi tecnici della società. Perciò essi muteranno in base agli interessi e ai bisogni della società stessa e quindi l'analisi dei resti materiali ci permetterà di spiegare l'evoluzione e l'occupazione del sito. Così tratteremo gli studi storiografici che si sono fatti su di esso, tra i quali si presenterà la metodologia di lavoro utilizzata: l’Archeologia dell’Architettura. Insieme al metodo che andremo a sviluppare, spiegheremo i processi di sistematizzazione della vasta e variegata informazione che ci si è presentata, e come attraverso la sua relazione e analisi questa ci permetterà di articolare interpretazioni e conclusioni. Capire che questi edifici non sono statici ma si evolvono secondo gli interessi e le esigenze dei suoi abitanti, permette di sapere che lo studio dei resti e le relazioni tra di loro permetterà di differenziare i processi che hanno portato alla loro costruzione, mutazione e abbandono. Così presenteremo le fortificazioni nella loro realtà geografica, analizzando l’organizzazione dei suoi spazi, studiando ulteriormente questi processi di costruzione, per i quali faremo uso degli strumenti metodologici che già avremo analizzato. Infine, dopo l'applicazione di questo schema nel binomio costruttivo che formano la Alcazaba e la cinta muraria, esporremo un’interpretazione archeologica dei processi storici che secondo la nostra interpretazione sono stati riflessi nell’utilizzo delle difese che ne hanno fatto gli abitanti. Dato che la situazione geopolitica del sito muterà con la realtà storica e l'evoluzione del processo di occupazione della Valle del Tajo, interpretare questo elemento politico di prim'ordine, ci porterà a confrontare tutti e due gli sviluppi storici e ad interpretarli a partire dall'analisi delle difese, che alle fine sono il riflesso politico ed economico della società che le ha create e mantenute. Estrarre le tipologie e le parti specifiche che sprigionano da criteri costruttivi e seriarli cronologicamente, ci può permettere nel futuro di applicare questi tipi ad altre fortificazioni o edifici che sono stati sucessivamente modificati, servendoci da riferimento almeno per la costruzione regionale di questo settore così prolifico nella Valle del Tajo.