Sintaxis del espacio de los complejos forenses de las ciudades de fundación romana en Italia y su influencia en el urbanismo de las fundaciones romanas en Hispania hasta época julio-claudia

  1. Canino, Dario
Dirigida por:
  1. Luisa Migliorati Director/a
  2. Josep Guitart Duran Director/a

Universidad de defensa: Universitat Autònoma de Barcelona

Fecha de defensa: 11 de marzo de 2019

Tribunal:
  1. Margarita Orfila Pons Presidenta
  2. Núria Romaní Sala Secretario/a
  3. Cèsar Carreras Monfort Vocal
  4. Daniela Liberatore Vocal
  5. Paola Carfora Vocal

Tipo: Tesis

Teseo: 584113 DIALNET lock_openTESEO editor

Resumen

La ricerca consente una conoscenza più approfondita dei complessi forensi: delle loro fasi edilizie, della loro evoluzione, delle loro funzioni e delle architetture più significative che si trovano al loro interno. Si attesta come il foro prenda forma in base alle esigenze della città in quel determinato momento in cui esiste. Si configura come un’entità, di certo caratterizzata da una più o meno variabile forma di monumentalità ma allo stesso tempo pronta ad adattarsi a ciò di cui i suoi fruitori hanno bisogno e ad esprimere ciò che i suoi costruttori (intesi come finanziatori) intendono comunicare. Sin dall’inizio, lo spazio forense si caratterizza per la varietà di funzioni che può ospitare, una peculiarità che lo distingue non solo come realtà di valore architettonico ma che gli fornisce anche un grande valore antropologico. Il foro costituiva il centro politico-religioso urbano, ma anche il luogo di mercato e di svolgimento di eventi e spettacoli pubblici. Progressivamente, però, si svolse il trasferimento di alcune funzioni, ossia quelle relative agli spettacoli ludici e quelle commerciali, in modo tale da isolare le funzioni amministrative e cultuali, conferendo ad esse sempre maggiore rilievo. Questo isolamento ha trovato come tipica espressione architettonica quella del complesso forense concepito come un monumento unitario e non più come un aggregato di strutture diverse e connesse tra loro in vario modo. Il foro si trasforma da centro di convergenza e di guida della vita economico-sociale di tutto il territorio della civitas, in luogo dove risiede e si espone l’autorità. In definitiva, il foro isolato e monumentale è anche una conseguenza del venire meno della partecipazione attiva del popolo alla vita politico-amministrativa della città, che sarà gestita da magistrati locali scelti tra una sempre più ristretta cerchia di persone. Questo tipo di foro si sviluppò soprattutto nelle aree provinciali. L’argomento più rilevante del lavoro è certamente quello che riguarda i percorsi strutturali dei complessi forensi, i quali variano a seconda della natura stessa dei fora. Il tipo di sintassi spaziale adottato definisce il carattere del messaggio che il complesso forense intende trasmettere nel momento in cui ha preso forma (prima edificazione o ristrutturazione che sia). È possibile riconoscere due diverse tipologie: la prima, a percorso diretto; la seconda a percorsi biassiali bipolari. In genere, il messaggio è di natura cultuale nei casi dei fora a percorso diretto mentre è di natura politica, nel senso di rappresentazione della grandiosità dell’impero e della sua efficacia funzionale, nei casi dei percorsi biassiali e bipolari. A partire dall’età di Augusto, la morfologia urbana divenne uno strumento per mobilitare l’opinione pubblica e i percorsi istituiti all’interno dei complessi forensi, ma anche della città in generale, dovevano condurre al suo consenso. Dall’età augustea, dunque, l’analisi dei percorsi strutturali costituisce un elemento fondamentale nello studio dei complessi forensi. La ricostruzione dei rapporti tra gli spazi e, di conseguenza, dei percorsi necessari per raggiungerli è, infatti, direttamente correlata a necessità funzionali e a significati politico-culturali che non si potrebbero individuare con la semplice analisi architettonica. Il fenomeno dell’evergetismo è strettamente collegato con quello del culto imperiale che, seppure in misura variabile, ha interessato tutte le piazze delle città romane di età imperiale. Le sistemazioni iniziali delle città erano realizzate a spese dello stato mentre un reale processo di monumentalizzazione, in genere, non poteva avvenire finché non si fosse formata una élite capace di impegnarsi nel finanziamento di grandi imprese costruttive. La costruzione o la monumentalizzazione di un foro, inoltre, può essere strettamente correlata alla necessità di fornire alla città tutte le nuove strutture necessarie a seguito di un cambiamento di status giuridico.