L'esperienza rizomatica dell'arte. Verso una comunità pensante, immaginativa, creativa

  1. Ambusto, Loriana
Dirigida por:
  1. Roser Juanola Terradellas Director/a

Universidad de defensa: Universitat de Girona

Fecha de defensa: 23 de noviembre de 2017

Tribunal:
  1. Antonella Poce Presidente/a
  2. Mariona Masgrau Juanola Secretario/a
  3. María Dolores Álvarez Rodríguez Vocal

Tipo: Tesis

Teseo: 542149 DIALNET

Resumen

La presente tesi è un viaggio di rilettura del mio percorso personale e professionale attraverso esperienze pregresse come practitioner e come ricercatrice, che si snoda all’interno delle recenti metodologie di ricerca educativa basate sulle arti; un percorso a ritroso che allo stesso tempo problematizza e arricchisce ogni progetto di investigazione in ambito della ABER e che dà a questa prospettiva di indagine un carattere ampliamente e veracemente umano. L’intento è delineare forme “ripetibili” di strumenti di azione educativa in contesti non formali come proposta di metodologia di azione nell’ambito della ABER e come mezzo di generazione di comunità. Sin dal principio, quindi, ho dovuto affrontare la sfida di restituire un processo poietico e poetico: incorsettare in un linguaggio classico e in una forma accademicamente accettata un percorso di vita che è, per sua natura, in “liquida” evoluzione risulta difficile per il timore di non riuscire a restituirne il senso profondo e di non declinare con sufficiente generosità tutte le sfumature, a volte impercettibili però estremamente importanti. Per questa ragione, ho voluto fare riferimento al gioco del tangram nell’immaginare la struttura della tesi: non si tratta di una sequenza lineare in cui è riconoscibile un movimento progressivo ma di una combinazione poliedrica di pezzi che possono essere messi in relazione di volta in volta in maniera differente, dando vita a nuove soluzioni e nuove immagini. Ogni pezzo è un nodo rizomatico che interconnette discorsi, riflessioni, esperienze, tracciando una mappa di direzioni. Questa tesi è un organismo vivo, in costante evoluzione, sensibile agli stimoli esterni e ai cambiamenti del contesto, pertanto tentacolare e mutevole. La prima parte di questo percorso di ricerca restituisce il quadro teorico che alimenta e sostiene la tesi, delinean-do due grandi blocchi tematico-temporali. Un primo discorso, legato ai miei studi precedenti, si focalizza sulle ricerche artistiche contemporanee e comincia a profilare l’ambito dei linguaggi all’interno del quale si muove l’attività più puramente sperimentale. Andando avanti, apriamo le porte al caleidoscopico universo delle ricerche in ambito sociale, educativo ed artistico, una costellazione relativamente recente di correnti e modalità di indagine che schiude ad una miriade di possibilità di visioni, prospettive, metodologie. La seconda parte della tesi si centra sull’approccio empirico ed è il racconto delle esperienze più significative, in quanto progetti sperimentali di educazione in spazi non formali. Si tratta di azioni artistico-pedagogiche nate casualmente all’interno di progetti più ampi, però intenzionalmente disegnate per riflettere su specifici temi della società postmoderna e per sperimentare quell’aspetto di ricerca condivisa nella compresenza di una molteplicità di soggetti e situazioni. La scelta delle proposte oggetto di studio consente di esplorare differenti metodologie: si fondono tanto la prospettiva della Narrative Inquiry come di A/r/tography, incursioni nei linguaggi audio-visuali e nelle pratiche performative, il tutto nell’ottica di una ricerca che mantiene i caratteri della partecipazione attiva e dell’impegno etico per la trasformazione sociale. Arriviamo, quindi, alla fase della restituzione dei risultati e della valutazione dei processi educativi. Nell’ambito della ABER, si stanno sperimentando nuove soluzioni a problematiche che derivano dalle caratteristiche distintive di questo tipo di ricerca: la riflessività, il legame inscindibile con contesti situazionali, l’impossibilità di chiudere un processo educativo in una cornice definita da un punto di vista temporale e spaziale…; tutto questo genera la necessità di mettere in campo nuove metodologie valutative che siano in grado di far emergere elementi di interesse pur rispettando la natura mutevole di queste indagini. Per questo, l’approccio che abbiamo ritenutopiù opportuno fa confluire diverse prospettive metodologiche: queste prospettive, apportatrici di evidenza, affrontano la fase di restituzione dei risultati mediante la tecnica della triangolazione, che costituisce al contempo la prova valutativa. Dirigiamo infine lo sguardo all’orizzonte per intravedere le possibili nuove direzioni da intraprendere, partendo proprio dalle incerte lacune e dagli insidiosi punti deboli della tesi: come ogni lavoro di ricerca, anche il mio presenta degli “spazi vuoti”. Se, però li rileggiamo nella prospettiva a/r/tografica, questi spazi vuoti sono proprio i più fertili, perché è negli interstizi del non detto che germogliano nuove questioni, riflessioni e ri-definizioni. Proprio da questi interstizi inesplorati si aprono nuove insperate prospettive. Riletta attraverso la metafora del “vedere” che regala i titoli ai diversi capitoli, questa tesi è un racconto di esperienze rizomatiche, il cui significato deve rintracciarsi proprio nel territorio instabile del non espresso, del non visibile, del non esplorato, in un continuo processo critico e auto-riflessivo che continuamente genera nuovi interrogativi, nuove indagini, nuove direzioni. Si tratta di ricercare nell’in-between e assumere coscientemente un’atteggiamento di indagine in costante evoluzione che ripaga lo sforzo con un continuo processo di apprendimento