Il concetto di Natura nella filosofia di Denis Diderot

  1. Consiglio, Francesco
Revista:
Alia: revista de estudios transversales

ISSN: 2014-203X

Año de publicación: 2014

Número: 3

Páginas: 7-22

Tipo: Artículo

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Resumen

L'immagine della Natura che emerge dalla lettura delle opere di Diderot, è quella di una sorta di organismo in cui tutto risulta legato da una rete di forze inquadrate in un ordine omogeneo e dinamico. Le leggi di quest'ordine sono riscontrabili in tutti gli eventi naturali ed ogni fenomeno non è mai frutto del caso, ma ordinato deterministicamente. Allo spinozismo di quest'ordine geometrico si coniuga un atomismo di matrice epicurea, specificamente nella versione lucreziana del De Rerum Natura: gli atomi che costituiscono la materia si combinano da sempre e all'infinito in un continuo divenire di forme normate da leggi intrinseche, e gli individui nascono dal cozzare e dall'ammassarsi di questi atomi. Non esiste uno stadio culmine di questa "evoluzione", piuttosto esistono infinite varianti, nel tempo e nello spazio, di un unico modello prototipico che, secondo Diderot, evolve in una specie o in un'altra in maniera totalmente a-finalistica, sebbene assolutamente deterministica. La regolarità dell'ordine (perfino nell'apparente caos di un turbine di polvere) e il continuo farsi e rifarsi delle forme si connettono al principio di continuità della natura: la natura non fa salti, tutto è connesso come in una ragnatela e la materia continua muta la sua disposizione in grumi di atomi che, secondo il principio dell'epigenesi, giungono a formare gli individui. Le opere in cui Diderot elabora in maniera più organica e precisa la sua concezione della natura sono particolarmente due: L'interpretazione della natura (1753) e Il sogno di d'Alembert (1769). In mezzo a queste stanno gli scritti sui Salons, tra i quali è particolarmente saliente, per il discorso sulla natura, quello del 1767, in cui, con la Promenade Vernet, molti di questi temi vengono affrontati o ripresi nel pittoricismo della narrazione, attraverso limpide metafore. Natura e arte, in Diderot, sono strettamente connesse. La seconda imita la prima, ma non tenta mai di riprodurne gli oggetti, quanto piuttosto il processo intero che la muove. La poiesi dell'arte tende, nel pensiero diderotiano, a ricalcare (e talvolta a superare) la poiesi della natura, la sua verità, poiché verità e bellezza coincidono: «una verità che è normata dalla natura, una bellezza che è esaltata dal pittore».